I 10 migliori batteristi dell’era Woodstock

I 10 MIGLIORI BATTERISTI DELL’ERA WOODSTOCK

A volta restano nascosti nell’ombra del palcoscenico, altre volte dominano incontrastati la loro band, ma una cosa è certa: un gruppo non è niente senza un bravo batterista!
E quando parliamo di grandi gruppi… parliamo per forza di grandi batteristi!

10. phil collins

Iniziamo prendendo Woodstock molto alla larga e con un batterista il cui talento meriterebbe qualche posizione in più… Phil Collins è la dimostrazione che si può avere talento quasi in tutto.

Come tutti sappiano, Phil Collins è stato il batterista dei Genesis fino all’abbandono di Peter Gabriel nel 1975.
E difatti i batteristi tendono a preferire i primi cinque anni di carriera di Collins a tutti i successivi.

9. terry bozzio

Reso famoso per aver iniziato la propria carriera con Frank Zappa, a Terry Bozzio va l’onore di aver reso The Black Page una delle più belle canzoni del geniale chitarrista.

Abbiamo voluto inserire Bozzio nella classifica per la sua incredibile versatilità. Un vero camaleonte della batteria, che è stato in grado di accompagnare musicisti diversissimi fra loro, come Jeff Beck, i Duran Duran, fino ad arrivare ai Korn.

È anche da questo che si vede un grande batterista.

bill-ward

8. bill ward

Sì, lo sappiamo: con questa ottava posizione si spostiamo decisamente molto lontano da Woodstock e approdiamo nel caotico mondo dell’heavy metal, i cui padri fondatori, i Black Sabbath vantavano (anche se a singhiozzo) un bravissimo batterista, l’eclettico Bill Ward.
Se il talento di Ward non basta a spiegarne la presenza in questa lista, è stato uno “studente” dei grandi di Woodstock e dintorni, come Ringo Starr, Charlie Watts e Keith Moon. Ward, infatti, ha imparato a suonare proprio ascoltando loro.

Non vi basta? Ascoltate il suo assolo in Rat Salad.

michey-hart-bill-klautzman

7. mickey Hart & Bill kreutzmann

I due storici componenti dei Grateful Dead, uno dei primi gruppi rock ad aver suonato con ben due batteristi, non si possono dividere. Mickey Hart si unì al gruppo di Bill Kreutzmann nel 1967, e nessun altra band è riuscita a eguagliare il loro perfetto dualismo alle percussioni.

Avanguardia pura.

ringo-starr

6. ringo starr

Paul McCartney ricorda bene il primo momento in cui ha sentito Ringo Starr alla batteria.
“Stavo lì davanti e a un tratto ho guardato John e l’espressione sui nostri volti era la stessa. Diavolo, cos’è questa roba? In quel preciso momento sono iniziata i Beatles“.

Ringo Starr è sempre stato un po’ sottovalutato, superato in entusiasmo e malizia dai colleghi Keith Moon e Mitch Mitchell, ma il suo talento è innegabile.

5. charlie watts

Keith Richards una volta disse che quando si sono formati i Rolling Stones non potevano permettersi un batterista come Charlie Watts, all’epoca pupillo di Alexis Korner alla Blues Incorporated. Alla fine il richiamo degli Stones l’ha avuta vinta, e Charlie Watts ha chiesto di unirsi al gruppo.

“Sei fantastico, amico” disse Charlie a un giovanissimo Keith. “Ma hai bisogno di un fottuto batterista”.

batterista-mitchell

4. mitch mitchell

Stare al passo con Jimi Hendrix sarebbe stata un’impresa per chiunque altro, ma Mitch Mitchell aveva tutte le carte in regole per ricoprire il ruolo del suo batterista. Sebbene Hendrix avesse sempre detto di preferire la Band of Gypsys alla Jimi Hendrix Experience, rimpianse in fretta l’idea di sostituire Mitchell con Buddy Miles per cercare una nuova sonorità.

Jimi Hendrix ricontattò Mitchell per incidere il suo quarto album, ma come ben sappiamo questo non venne mai realizzato a causa della morte del chitarrista.

batterista-ginger-baker

3. ginger baker

Il suo nome è una leggenda della batteria. Grazie al suo immenso talento e al temperamento, Ginger Baker (soprannominato così per la chioma rossa) ha portato i Cream a livelli altissimi.
Anche se purtroppo i Cream sono resistiti solo pochi mesi a causa dell’incompatibilità con gli altri due membri (Jack Bruce e Eric Clapton), in questa parentesi musicale Ginger Baker si è esibito live in tutto il mondo, diventando fin da subito un vero e proprio esempio del virtuosismo alla batteria.

2. keith moon

Amava definirs “il più grande batterista dello stile Keith Moon” e non si può dire che non fosse assolutamente vero. Keith Moon, storico batterista degli Who, è stato probabilmente uno dei più folli e talentuosi musicisti degli ultimi cento anni.

Moon sapeva creare delle pause incredibilmente melodiche ed era in grado di suonare perfettamente con tutti i componenti della band. Adoriamo il modo in cui sapeva orchestrare la musica e il silenzio, come se volesse dirci: “Ehi, senti questo pezzo, sta per arrivare qualcosa di mitico!”.

E poi siamo dei fan dei suoi scherzi!

batterista-bonham

1. john bonham

John “Bonzo” Bonham ha cambiato il modo in cui si suona la batteria nel rock quando ha colpito per la prima volta con i Led Zeppelin. Anni dopo, Jimmy Page si sarebbe detto ancora stupito dell’impatto disorientante che Good Times Bad Times aveva su chi la ascoltava.

“Tutti dicevano che Bonzo stesse usando due tamburi, ma ne aveva uno solo!”.

Forte, vivace, virtuosa: il ritmo scandito da Bonham ha spalancato le strade verso un nuovo modo di vedere la batteria nel panorama rock. Non è un caso se tutti i più grandi batteristi dell’era post-Bonham abbiano dichiarato di aver trascorso ore e ore ascoltando la sua musica.
Eppure, nonostante tutto, siamo convinti che nessuno lo abbia ancora eguagliato.