I 10 migliori chitarristi dell’era Woodstock

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I 10 migliori chitarristi dell’era Woodstock

La chitarra è diventata patrimonio mondiale del rock, scatenando le più incredibile sperimentazioni nella musica. Da Jimi Hendrix a Jeff Beck, fino ad attraversare i decenni del rock.

Non è stato facile, ma proprio come i 10 migliori cantanti dell’era Woodstock, abbiamo riunito anche i 10 migliori chitarristi.

Il loro talento e il loro contributo alla musica rock è storia – ma che storia!

10. jerry garcia

Nato il 1 agosto 1942, morto il 9 agosto 1995
Canzoni chiave: Dark Star, Sugaree, Casey Jones

 

Solitamente chi suona blues è molto conservativo, ma Jerry Garcia era decisamente fuori dal coro. Ha provato e sperimentato tanti stili – blues, country, melodie ispaniche… ma c’era sempre un filo conduttore.

La sua determinazione esplode nei suoi assoli, e si può dire che fosse un po’ la sua intera filosofia nei Grateful Dead: dritti fino alla meta. Loro, dopotutto, ruotavano intorno alla sua musica.

9. frank zappa

Nato il 21 dicembre 1940, morto il 4 dicembre 1993
Canzoni chiave: Willie the Pimp, In-a-Gadda-Stravinsky

 

Tanti grandi chitarristi degli ultimi anni hanno detto di aver imparato a suonare ascoltando Frank Zappa.
Nei suoi quarant’anni di attività non ha smesso per un momento di esibirsi con la sua caratteristica voglia di sperimentare, arrivando a fondere più correnti che hanno portato allo “stile Zappa”.
Era l’anima della sua musica.

8. carlos santana

Nato il 20 luglio 1947
Canzoni chiave: Black Magic Woman, Oye Como Va, Soul Sacrifice

 

Se c’è qualcuno che può essere riconosciuto dopo una sola nota, beh… quello è proprio il messicano Carlos Santana.

Audace ed esplorativo, Santana talvolta ha dato agli acidi il merito del suo stile grandioso, ma quando c’è talento, c’è talento.

Una curiosità: Prince lo definì più volte un chitarrista migliore perfino dello stesso Jimi Hendrix.

7. neil young

Nata il 12 novembre 1945
Canzoni chiave: Down by the River, Mr. Soul

 

Neil Young è un altro che merita a pieni voti il posto di questa classifica. Suona per sfondare il pubblico con una potenza emotiva fuori dal comune. Il suo modo di suonare la chitarra acustica non è da sottovalutare, ma siamo sinceri: è con quella elettrica che è arrivato alla gloria.

7. george harrison

Nato il 25 febbraio 1943, morto il 29 novembre 2001
Canzoni chiave: I Saw Her Standing There, Something

 

Come chitarrista dei Beatles, George Harrison non ha mai suonato una nota di troppo. Nei suoi pezzi da solista misurava chiarezza e consizione sopra ogni altra cosa, ma ogni nota ha fatto la storia.

John Lennon e Paul McCartney hanno decisamente guidato la rivoluzione dei Beatles negli anni Sessanta, ma è Harrison che ha dato carattere a queste innovazioni nella loro musica.

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6. pete townshend

Nato il 24 giugno 1944
Canzoni chiave: My Generation, I Can See for Miles, Summertime Blues

 

Pete Townshend non suona molti assoli, e forse è per questo che in tanti non si rendono conto di quanto sia bravo. È tremendamente importante per il rock – è un musicista visionario! Il suo ritmo aggressivo ed eccitante lo rende un musicista quasi selvaggio, in un certo modo.

E poi… il primo chitarrista a distruggere la chitarra sul palco deve essere in questa top ten!

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5. jeff beck

Nato il 24 giugno 1944
Canzoni chiave: Beck’s Bolero, Freeway Jam, A Day in the Life, I Ain’t Superstitious, Heart Full of Soul

 

Jeff Beck è un mix straordinario di tecnica e personalità. La sua melodia arriva dritta in faccia, soprattuto quando suonava negli Yardbirds, chiaro e sconvolgente.
Il suo modo di suonare, così lirico, dà l’impressione che Jeff Beck canti con la sua chitarra.

4. keith richards

Nato il 18 dicembre 1943
Canzoni chiave: (I Can’t Get No) Satisfaction, Out Of Our Heads
Chitarra iconica· Fender Telecaster 1953

 

Una vita al limite, quella di Keith Richards. Con quel suo sogghigno beato – fiero di essere stonato – e la sua innata spavalderia, ha avuto l’anima di un vero chitarrista rock fin dal primo giorno di musica.
Dietro di lui si è susseguita un’intera generazione pronta a riscoprire gli antichi misteri del blues… e a coltivare una piccola simpatia per il diavolo.

3. jimmy page

Nato il 9 gennaio 1944
Canzoni chiave: Dazed and Confused, Heartbreaker, Kashmir
Chitarra iconica: Gibson Les Paul 1959

 

La gente normale definisce “figo” un chitarrista disinvolto, eccellente o molto abile, ma per la maggior parte dei chitarristi la parola “figo” significa “Jimmy Page nel 1975 in un completo di velluto nero con i draghi ricamati che suona una Les Paul in ginocchio”.

Mastermind dei Led Zeppelin, Page ha trasformato la chitarra in una forma d’arte, trasformando la loro musica nella martellata di Thor.

2. eric clapton

Nato il 30 marzo 1945
Canzoni chiave: Bell Bottom Blues, Crossroads, White Room

 

Con Eric Clapton siamo abbastanza lontani da Woodstock, ma come potevamo lasciarlo fuori da questa lista?

Nel 1965 una scritta compare sui muri della metropolitana di Londra: “Clapton è Dio”. Difficile non essere d’accordo. All’epoca Eric Clapton aveva appena vent’anni e suonava da quando ne aveva quindici, eppure aveva già quello straordinario piglio d’improvvisazione con cui avrebbe abbagliato fan e colleghi per i successivi quarant’anni.

jimi hendrix

1. jimi hendrix

Nato il 27 novembre 1942, morto il 18 settembre 1970
Canzoni chiave: Purple Haze, Foxy Lady, The Star-Spangled Banner, Hey Joe
Chitarra più iconica: Fender Stratocaster

 

La maggior parte dei chitarristi vede il proprio strumento in termini di scale da padroneggiare e toni da domare… Jimi no. Per Jimi la chitarra era una tela spalancata per la sua immaginazione, che usava per produrre suoni che nessuno credeva si potessero produrre.

Hendrix è al di là di ogni altro chitarrista, con il suo modo di suonare così sconvolgente – quasi allarmente – come un essere mitico e soprannaturale.

Forse oggi sarebbe Sir Jimi Hendrix…

Fonti – RS